Il costo dell’IA: nuovo centro dati di Google nel Regno Unito e il suo impatto climatico

L’era dell’intelligenza artificiale (IA) avanza a grandi passi, ridefinendo la nostra quotidianità e alimentando una domanda senza precedenti di infrastrutture digitali robuste. Tuttavia, questa rivoluzione tecnologica porta con sé un prezzo ambientale considerevole. L’ultimo capitolo di questo dilemma si materializza nel nuovo datacenter di Google previsto per Thurrock, nel Regno Unito, che prevede il rilascio di ben 570 mila tonnellate di anidride carbonica all’anno. Questo volume allarmante, equivalente a circa 500 voli settimanali tra Londra e Malaga, come rivelato da documenti di pianificazione ottenuti dal The Guardian, accende un allarme sulla crescente impronta di carbonio della tecnologia nello scenario della crisi climatica.

L’ambizione di Google: Espandere la Potenza di Calcolo per l’IA

Il progetto, guidato da una sussidiaria di Alphabet, mira a costruire fino a quattro unità su una vasta area di 52 ettari. Questa iniziativa strategica mira ad espandere massicciamente la capacità di elaborazione dell’IA nel Regno Unito, anticipando una proiezione di aumento di 13 volte della domanda di servizi cloud e IA entro il 2035. Giganti come Google hanno investito pesantemente in talenti e risorse per accelerare lo sviluppo dell’IA, come evidenziato dalle notizie su acquisizioni strategiche. Questa corsa a una maggiore potenza di calcolo è la forza trainante dietro le innovazioni che modellano la nostra vita quotidiana, dal miglioramento degli assistenti virtuali allo sviluppo di applicazioni più sofisticate. Esempi come il NotebookLM con Gemini, che supera le barriere linguistiche, e le nuove funzionalità di Google Gemini per uso domestico, illustrano l’imperativa necessità di un’infrastruttura robusta per sostenere questa incessante ondata di innovazione e l’elaborazione di dati massivi.

Allarmi Ambientali e il Dibattito sul Consumo Energetico

Organizzazioni ambientaliste, come Foxglove, sono in stato di massima allerta. Un portavoce ha dichiarato al The Guardian che la futura installazione di Google nell’Essex genererà emissioni di carbonio che supereranno di molte volte quelle di un aeroporto internazionale. Avvertono che la proliferazione di megadatacenter esercita una pressione insostenibile su risorse vitali, come acqua ed energia elettrica, promuovendo l’aumento delle emissioni di gas serra e aggravando l’impatto ambientale. Attualmente, i datacenter sono responsabili di circa il 2,5% del consumo elettrico del Regno Unito, un numero che potrebbe quadruplicare entro il 2030, secondo i dati della biblioteca della Camera dei Comuni. Mentre il governo ripone le sue speranze nella rapida decarbonizzazione della rete elettrica per mitigare l’impatto sui bilanci di carbonio, esperti come la società di consulenza Bain & Company prevedono uno scenario preoccupante: entro il 2035, l’intelligenza artificiale e i datacenter potrebbero essere responsabili del 2% delle emissioni globali e del 17% delle emissioni industriali, specialmente in nazioni che dipendono ancora fortemente dai combustibili fossili per la generazione di energia.

Il Futuro della Tecnologia e l’Urgenza della Sostenibilità

Di fronte a questo complesso panorama, emerge una questione cruciale: come conciliare l’avanzamento tecnologico vertiginoso, spinto da innovazioni come l’evoluzione dell’intelligenza artificiale e persino lo sviluppo di computer quantistici, con l’urgenza della responsabilità ambientale? Google ha scelto di non commentare la richiesta di autorizzazione per il progetto di Thurrock, mantenendo un silenzio eloquente di fronte alle controversie. La discussione sui rischi e benefici di questa espansione non è solo urgente, ma fondamentale per delineare un futuro digitale più sostenibile e allineato con le necessità del nostro pianeta, cercando soluzioni di efficienza energetica e l’uso di energia rinnovabile per alimentare la crescente domanda di infrastruttura tecnologica.